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Fortnite

“Salve Dottore, ho un problema urgente con mio figlio, passa ore e ore a giocare a Fortnite, questo gioco è fatto dal demonio cosa posso fare?”

Il problema non è Fortnite, o qualsiasi altro gioco, ma il ruolo che esso ricopre per il ragazzo.

Per comprendere il suddetto ruolo è necessario analizzare i punti di forza di Fortnite:

  • sul gioco si è tutti uguali, non importa status sociale, età o paese di provenienza, conta il risultato. (Il numero di “kill” ovvero uccisioni)
  • se si entra nei team, il prestigio della squadra viene legato al ragazzo che ottiene “rispetto” da parte degli altri
  • tramite il nickname si può anche giocare in maniera anonima, cosi che un ragazzo poco “figo” nella realtà può essere invece tra i più forti nel gioco (e magari rivelarsi in seguito)
  • giocare fino a tardi la sera, è considerato “figo” perché indice di chi è adulto e libero di fare come gli pare, sicuramente di non essere un “bambino che va al letto presto”.

Questo insieme di caratteristiche può essere alla base del legame tra vostro figlio e il gioco, che diventa quindi uno strumento sociale tanto quanto il vestirsi griffati, il saper giocare a calcio o qualsiasi altra cosa che renda “fighi”.

Il mio consiglio è il seguente:
piuttosto che vietare e ostacolare il ragazzo, provate ad “avvicinarvi” a lui osservandolo e magari chiedendogli spiegazioni sul gioco, cercando di capire quale funzione abbia per lui.
Potreste rimanere stupiti della risposta.

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